Seconda guerra mondiale. Il giovane ingegnere Kaji (Tatsuya Nakadai) sposa la sua fidanzata Michiko (Michiyo Aratama) e si sposta con lei dal Giappone in Manciuria, dove ottiene la direzione di una miniera nella quale vengono impiegati come forza lavoro dei prigionieri cinesi. Profondamente animato da uno spirito umanitario e pacifista, Kaji spera così di evitare di dover andare soldato ma al tempo stesso si augura di riuscire a contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri. Tuttavia le sue posizioni non incontrano il favore dei suoi superiori, legati ai valori tradizionali e allo spirito militare tipici dell'Impero. Il forte carattere, la testardaggine e la mitezza di Kaji lo porteranno però a insistere nella lotta a favore dei diritti dei prigionieri. Ma la situazione precipiterà quando, in seguito alla fuga di alcuni prigionieri, verrà destituito dal suo incarico e inviato al fronte.

Dresda, 1938. Kurt Barnert ha pochi anni e una passione segreta per la zia Elizabeth, una fanciulla sensibile con cui frequenta i musei, fa lunghe passeggiate e suona il piano. Prodigiosa ma fragile nella Germania nazista non c'è più spazio per le persone come lei. Ricoverata in un ospedale psichiatrico fa appello al cuore del Professor Carl Seeband perché non la sterilizzi ma il suo destino sarà più crudele e preludio di uno sterminio abominevole. Sopravvissuto al bombardamento di Dresda e cresciuto nel blocco dell'Est, Kurt ha un talento per il disegno e apprende gli studi classici imposti dal realismo socialista. Ma l'incontro con Ellie, figlia del ginecologo nazista che ha condannato sua zia, e il passaggio all'Ovest, cambieranno il suo destino artistico e riemergeranno il rimosso.

Un gruppo di reduci italiani da Auschwitz, liberati dai russi, intraprendono una lunga marcia per raggiungere la loro patria. Per Primo questa è l'occasione per osservare con occhi nuovi la sorprendente realtà dell'Europa liberata dal nazismo e per riprendere contatto con il proprio corpo, l'amicizia e l'amore.