Alla lettura del testamento del barone Victor Von Frankenstein, si scopre che l'eredità và tutta al nipote Frederick, un brillante chirurgo di New York; il dot. Frederick, Frankenstein, seccato dalla parentela con l'illustre predecessore, tentenna prima di accettare di recarsi al castello del nonno per fare un sopralluogo, ma alla fine intraprende un viaggio che lo porterà sulla strada di famiglia.

Per motivi poco chiari i morti insepolti tornano in vita con impulsi cannibaleschi. Ogni persona ammazzata si trasforma in uno di loro. Sette persone cercano di resistere, barricandosi in una casa abbandonata.

Tratto dall'omonimo romanzo giallo di Dashiell Hammett, il film è una brillante commedia sofisticata con spunti gialli, incentrata sulla vicenda di Nick e Nora Charles, una coppia di coniugi (ex investigatore lui, ricca ereditiera lei sempre accompagnati dalla cagnetta Asta) amanti della baldoria e dell'alcol, impegnati a investigare sulla scomparsa di uno scienziato e sugli omicidi che ne seguono.

Henry Frankenstein (Colin Clive) è ossessionato dall’idea di costruire un essere usando parti di cadaveri e dargli vita. Aiutato dall’assistente gobbo Fritz (Dwight Frye), si procura il necessario, ma, per l’ultimo pezzo, il cervello, Fritz prende quello di un criminale. Elizabeth (Mae Clarke), la promessa sposa di Henry, si preoccupa per lui e va a visitarlo in compagnia del luminare dottor Waldman (Edward Van Sloan), che, testimone del successo dell’esperimento di Frankenstein, decide di aiutarlo sin quando la creatura prende vita.

Nella piccola nazione di Freedonia Rufus T. Firefly (Groucho) assume i poteri di un dittatore, ma deve fare i conti con due spie nemiche (Chico e Harpo), un tenore (Zeppo) e un astuto “cattivo” (Calhern). Considerato da molti, ma dopo gli anni '60, il capolavoro dei fratelli Marx. È il loro unico film diretto da un regista di talento, e fa storia a sé per la miscela tra satira e operetta europea. 70 minuti di buffoneria non stop senza interventi musicali né romantici. Fu un fiasco quando uscì.

Secondo film di Buñuel dopo Un chien andalou dell'anno precedente, col quale costituisce il vero e proprio manifesto del surrealismo cinematografico (alla sceneggiatura collaborò Salvador Dalì, fra gli interpreti figura Max Ernst). Nei sessanta minuti di proiezione non assistiamo allo svolgersi di una trama ben definita ma, come al solito nei film del regista spagnolo, al susseguirsi di personaggi e di situazioni canonici, in una critica serrata e corrosiva al clericalismo, all'autoritarismo e alla repressione sessuale.

Dichiarato ufficialmente morto da Scotland Yard, Sherlock Holmes indaga in gran segreto (e con l'aiuto del fido assistente Watson) su una serie di inspiegabili suicidi verificatisi a Londra. Molti uomini, infatti, sembrano essersi tolti la vita al culmine di una follia crescente, ma tutti gli indizi raccolti, compresa la presenza sulla scena del crimine di alcuni ragni velenosi, portano fino all'ammaliante Adrea Spedding, la proprietaria di un circolo di giocatori.

Tre scienziati, nel tentativo di risolvere il problema della fame nel mondo attraverso la sintetizzazione di un alimento dalle proprietà rivoluzionarie, hanno la pessima trovata di fissarne le componenti tramite un isotopo radioattivo. Il prodotto è piuttosto instabile: le conseguenze mortifere sono dunque garantite.

Siamo all'Herrington High (situato nel mezzo dell'Ohio) nel quale gli insegnanti ed il personale vengono posseduti da parassiti. Gli insegnanti iniziano quindi a infettare gli studenti con l'organismo. Un gruppetto di studenti capisce la situazione e resiste. Tra questi abbiamo: Zeke Tyler (Josh Hartnett), un genio solitario che ripete il suo ultimo anno, i cui genitori sono sempre in viaggio, che vende una droga simile alla cocaina ai suoi compagni di corso; Stan Rosado (Shawn Hatosy), un burlone che decide all'ultimo anno di uscire dalla squadra di football per incentrarsi sullo studio; la fidanzata di Stan, Delilah Profit (Jordana Brewster), una ragazza popolare e vendicativa che è l'editor-in-chief della testata studentesca; Casey Connor (Elijah Wood), un disadattato picchiato costantemente dagli studenti con un debole per Delilah ed è un abile fotografo per il giornale studentesco.

Il proprietario di un castello inglese è minacciato da un misterioso mascherato che uccide i suoi nemici strangolandoli. Il castellano chiama Scotland Yard, che arriva velocemente ma non abbastanza. Il castellano muore prima che gli si possa portare aiuto. Ma poi muore anche lo strangolatore.

Gli alieni vogliono conquistare la Terra, apparentemente per impedirle di autodistruggersi con le armi nucleari, e per farlo mettono in atto il cosiddetto Piano 9, che prevede che i morti risorgano dalle tombe e in qualche modo realizzino lo scopo. Il pilota d’aereo Jeff Trent (Gregory Walcott) però si batte contro gli alieni per impedire che il loro piano abbia successo. È inutile cercare di riassumere ulteriormente la trama: questo è il film culto in assoluto tra quelli realizzati da Ed Wood e perciò è del tutto privo di senso per definizione.