Il fortunato acquisto di una scatola piena di negativi da parte del regista John Maloof ha segnato l’inizio della scoperta di una delle fotografe più importanti e di certo la più misteriosa del XX secolo: Vivian Maier (1 febbraio 1926/21 aprile 2009), di professione tata per le famiglie dell’alta borghesia di Chicago, ha scattato in segreto oltre 100mila fotografie, ritrovate dopo decenni, solo dopo la morte dell’autrice, salutata oggi come una delle più grandi “fotografe di strada” d’America. La vita e l’arte di Vivian Maier rivelate attraverso foto, filmati e interviste inedite alle persone che la conoscevano.

Il piccolo Hugo Cabret vive nascosto nella stazione di Paris Montparnasse. Rimasto orfano, si occupa di far funzionare i tanti orologi della stazione e coltiva il sogno di aggiustare l'uomo meccanico che conserva nel suo nascondiglio e che rappresenta tutto ciò che gli è rimasto del padre. Per farlo, sottrae gli attrezzi di cui ha bisogno dal chiosco del giocattolaio, un uomo triste e burbero, ma viene colto in flagrante dal vecchio e derubato del prezioso taccuino di suo padre con i disegni dell'automa. Riavere quel taccuino è per Hugo una questione vitale.

Documentario che racconta Sergio Corbucci, uno dei maestri degli spaghetti western e considerato da Quentin Tarantino "il secondo miglior regista di western italiani". È proprio Tarantino, che al Django (1966) di Corbucci si è ispirato per il suo Django Unchained, a raccontare il regista italiano, che ha citato anche nel suo ultimo lavoro, C’era una volta a Hollywood. Grazie a materiali d'archivio e alle testimoniane di chi lo ha conosciuto, il film delinea il ritratto di Corbucci, simbolo di un cinema italiano di un altro tempo, che sapeva imporsi sul commercio mondiale e ammaliare gli spettatori di oltreoceano. Tra le testimoniane raccolte anche quelle di Franco Nero, uno degli attori feticcio di Corbucci, e Ruggero Deodato, che è stato il suo aiuto regia in Django. Il documentario è un omaggio a uno dei grandi nomi della cinematografia nostrana, ma allo stesso tempo cerca di fare un parallelismo tra un regista italiano della vecchia generazione e uno contemporaneo come Tarantino.

La storia del party più famoso degli anni duemila. Il racconto, ancora inedito, che parte dalla metà degli anni ’90 e dal Muccassassina dove la regina Vladimir Luxuria scoprì il talento di Emanuele Inglese. La testimonianza di chi ha reso grande un evento che poi è divenuto un vero e proprio fenomeno di costume. Nell’arco di tempo di una notte si ripercorrono le tappe fondamentali di questa storia, a pochi giorni dalla morte di Lou Bellucci, storico vocalist venuto a mancare il 15 settembre 2017