Brian, a otto anni, si risveglia dietro casa col naso sanguinante, ma non ricorda come sia successo. Da quel momento comincia ad aver paura del buio, a bagnare il letto e ad avere terribili incubi. Anni dopo, diciottenne, è convinto di essere stato rapito dagli alieni. Neil è un teppista temuto da tutti. Anche lui ricorda un episodio della sua infanzia con l’allenatore di baseball. Entrambi, per un caso del destino, s’incontrano a New York...
Duramente sconfitte a Kasserine, in Tunisia, nel loro primo scontro con l'"Africa Korps" di Rommel, le forze americane si rifanno allorché il comando della VII Armata viene assunto dal generale George S. Patton. Militare di carriera e più ancora di vocazione, fanatico, arrogante e volgare, ma anche abile e valoroso comandante, Patton, dopo aver conquistato la Sicilia, rivaleggiando con Montgomery, subisce un'eclissi temporanea per aver schiaffeggiato come vigliacco un soldato colto da una crisi nervosa. Sbarcati gli alleati in Normandia, viene affidato a Patton il comando della III Armata, con la quale, vinta la cruenta battaglia di Bastogne, e conquistate le Ardenne, si spinge fin nel centro della Germania.
Omar è un giovane pakistano a cui lo zio affida la gestione di una lavanderia abbandonata nella periferia londinese. Omar la rimette in sesto aiutato da Johnny (Daniel Day Lewis), un giovane sbandato a cui lo lega una relazione omosessuale. Integrazione razziale, omosessualità, traffico di droga: argomenti scottanti che Frears affronta con approccio realistico, quasi documentario, ma anche con un senso dello humour capace di ammorbidire il quadro davvero desolato della società inglese che ne esce. Realizzato a 16 mm per la Tv, è uno dei migliori risultati del cinema inglese anni Ottanta.
Tra molte fantasticherie e inseguendo il sogno di diventare uno scrittore affermato, il giovane Garp guarda stralunato il mondo che lo circonda. Il ragazzo è convinto di poter modellare il mondo a sua immagine e somiglianza, ma, arrivato all'età adulta, è costretto a fare i conti con la realtà. Sul cammino per trovare se stesso c'è anche una madre ingombrante e poco ortodossa. Uno dei suoi figli muore e anche il successo letterario tarda ad arrivare.
Quando Alfred Kinsey pubblico' nel 1948 "Il comportamento sessuale del maschio" cambiò completamente il modo di guardare ai problemi legati alla sfera dell'eros. Non perche' Freud non avesse gia' fatto la sua parte ma perche' mancava uno strumento che rilevasse, nella societa' americana del secondo dopoguerra, l'effettivo stato della materia, in particolare dal punto di vista della rilevanza sociologica. Il film di Condon, grazie a un Liam Neeson come sempre "in parte", ne ricostruisce la vita con l'andamento di un 'biopic' senza particolari colpi d'ala. Sa pero' far riflettere su come dei profondi mutamenti di costume possano trarre origine dai bisogni piu' profondi di una persona. Resta nella memoria alla fine il dialogo tra il padre (pastore sessuofobo) e il figlio, ormai adulto e famoso, che lo interroga sulla sua sessualita'. Due scuole di attori (Neeson e Lithgow) si confrontano.