Nick Nolte interpreta un veterano del Vietnam ex campione di pugilato che si è rifatto una vita dopo un passato di alcolismo. Quando il figlio minore torna a casa dopo una lunga assenza il padre decide di allenarlo per un torneo di arti marziali. La decisione provocherà un forte contrasto con il figlio maggiore.

Pur privo di un braccio, staccatogli da un avversario, giovane cinese buono, allenato da medico sapiente e curato da sua figlia, tiene testa ai più forti campioni di Giappone, Tibet e Siam. Film di arti marziali con tutti gli ingredienti abituali di azione violenta, ma con qualche curiosità: la tecnica tibetana di bloccare la circolazione gonfiando il corpo e la metallizzazione del braccio.

Tiao-Er, esperto in judo, torna nella scuola cinese dalla quale era stato espulso e comincia a sopraffare gli alunni ma, battuto e umiliato dal Maestro, promette di tornare con esperti di karatè. Ingaggiati tre giapponesi, invade la scuola e uccide quasi tutti gli alunni e lo stesso insegnante. Fra i sopravvissuti è Ley-Ming, fidanzato con Siao-Ling, figlia del defunto maestro. Deciso alla vendetta, si prepara, soprattutto fortificando le mani, al karaté, che gli era stato descritto come arte dell'uccidere, a differenza del pugilato cinese inteso a formare cittadini disciplinati, onesti e forti. Intanto Tiao e i tre giapponesi hanno messo su una bisca dove barando e terrorizzando rastrellano il denaro degli ingenui, dedicandosi inoltre allo strozzinaggio. Quando Lei-Ming, si scatena elimina i giapponesi e loro accoliti, incendia la bisca, poi in un confronto generale uccide una quarantina di nemici, due samurai armati di spada e finalmente i tre campioni di karaté con lo stesso Tiao.