Sette vittorie al Tour de France e la vittoria più difficile di tutte, quella sul cancro, hanno fatto del texano Lance Armstrong non solo uno dei più grandi atleti del mondo ma un simbolo delle capacità miracolose del fisico umano, che ha nutrito i sogni e le speranze di ammiratori di tutto il mondo. Ma Armstrong ha anche un altro primato, meno dignitoso ed altrettanto stupefacente: il primato della menzogna più lunga e più testarda. Dopo aver sostenuto, infatti, per anni e anni, la propria estraneità rispetto all'uso di sostanze illecite per incrementare il proprio potenziale, riuscendo a non farsi mai incastrare dai risultati delle prove nonostante l'accanimento di varie organizzazioni antidoping, il campione ha ammesso la sua colpevolezza nel 2013, scrivendo per se stesso un'uscita di scena clamorosa quanto la spettacolare ascesa che l'aveva preceduta.
Il film racconta l’impresa di Aldo Mazzocchi, avvocato bresciano con la passione per l’avventura, che in sella ad una FatBike, una bicicletta da fuoristrada con una larghezza dei copertoni maggiore del normale, adatta a terreni difficili come la neve e il ghiaccio, decide di partecipare alla Yukon Arctic Ultra, una gara di oltre 700 km in territorio canadese. L’arrivo a Dawson City, meta dei cercatori d’oro magistralmente descritti da Jack London, aggiunge un certo fascino all’avventura. Tra vento gelido e temperature sotto i 30 gradi, Aldo raggiunge il traguardo battendo ogni record, in 7 giorni e 12 ore circa. Una sfida prima di tutto con se stessi e con la propria resistenza, da affrontare in autosufficienza, sciogliendo la neve per dissetarsi e dormendo sotto le stelle, a temperature da brivido.
700 chilometri in bicicletta, l’intera pianura Padana, con l’obiettivo di andare dagli zero metri del mar Adriatico ai 3841 metri del Monviso, la cima più alta delle Alpi Cozie. A cimentarsi in quest’impresa è stato il ciclista italiano Nico Valsesia che tra il 16 e il 17 luglio del 2019 ha pedalato per oltre 32 ore fino a Pian Del Re, prima di iniziare la lunga salita che l’avrebbe dovuto portare fin sulla vetta della montagna. Già nel 2013 si è cimentato in un percorso no stop da Genova alla vetta del Monte Bianco, per poi proseguire con l’Aconcagua, il Kilimangiaro, l’Elbrus e il Monte Rosa. Tutte cime raggiunte nello stesso modo: pedalando dal mare fin dove possibile per poi proseguire a piedi. Un format che prende il nome di From 0 to e vede il ragazzo, classe 1971, portare fisico e mente all’estremo. Non ha mai mollato, dimostrando una preparazione e una resistenza incredibili, ma questa volta ha dovuto prendere una decisione difficile.