I mostri che escono di notte dall'armadio non solo esistono ma sono anche ben organizzati. In un mondo parallelo i mostri vivono in una società civile tanto quanto la nostra (cioè ben poco), in cui spaventare bambini è un lavoro, il più importante di tutti, perchè dalle loro urla si genera l'energia che alimenta la città. Tra gli spaventatori di professione della Monsters & Co. Sulley e Mike sono la coppia più affiatata, quella che detiene il record di urla generate, un punto di riferimento per tutti, almeno fino a che per un errore una bambina non passa dal mondo degli uomini a quello dei mostri rischiando di metterne a repentaglio la carriera.

Wallace affitta l'ex camera da letto di Gromit a un pinguino, che si interessa ai pantaloni techno creati da Wallace. Tuttavia, Gromit in seguito scopre che il pinguino è un criminale ricercato.

Wallace e Gromit sono alla prese con un ospite non invitato che si sta letteralmete mangiando la loro casa. Come se non bastasse Wallace, durante un intervento per la pulizia dei vetri di un negozio di filati di lana si infatua della titolare la quale nasconde una misteriosa attivtà notturna in combutta con il suo cane.

L'eccentrico inventore Wallace, in compagnia del suo cane Gromit, sta cercando un posto dove trascorrere un giorno di festa. Quando si accorge di aver finito il formaggio, di cui è terribilmente ghiotto, decide di andare dove abbondi il cibo desiderato e si rende conto che non c'è un luogo migliore di quello che, «come tutti sanno», è interamente costituito da formaggio... la Luna. Aiutato dal fedele e straordinariamente intelligente quadrupede, costruisce nello scantinato un razzo spaziale. Al momento della partenza, Wallace si rende conto con orrore di aver dimenticato proprio gli indispensabili cracker, ma riesce a recuperarli e risalire in tempo sul razzo perché, a conto alla rovescia scaduto, questo non parte finché Gromit non si ricorda di abbassare una leva...

Girato da Buñuel con una parte del patrimonio di famiglia, insieme con l'amico pittore Salvador Dalì, il film mostra immagini che "escludono ogni ricorso al razionale" e danno libero corso al sogno e all'inconscio. Presentata a Parigi, l'opera aprì ai due autori le porte del gruppo surrealista che vi lesse in filigrana "un assoluto, disperato appello al crimine".