La sua padrona si è sposata e ha avuto un figlio e il cane Max si ritrova improvvisamente ansioso, vittima della sindrome del genitore iper apprensivo, e torturato per questo da un prurito psicosomatico. Quale miglior cura di un soggiorno in campagna? Nel frattempo, a New York, a presidiare il quartiere e il pupazzetto preferito di Max, restano Gidget, che imparerà a fingersi un gatto per affrontare la moltitudine di felini di una vecchia del palazzo, e il coniglio Nevosetto, che avrà modo di soddisfare la sua sete di avventura liberando un cucciolo di tigre dalla gabbia di un losco direttore di circo.
Le Bellas si stanno esibendo niente meno che al Lincoln Center di New York, alla presenza del Presidente Obama e della moglie, quando uno strappo nel costume di scena di Ciccia Amy, nel punto in cui non dovrebbe strapparsi, muta radicalmente i connotati dello spettacolo in corso ed estromette per sempre le Bellas dalla competizione scolastica di canto a cappella. Una decisione esagerata e impossibile da digerire, cui si sommano altri problemi per il gruppo, non ultima la latitanza di Beca, che ha intrapreso uno stage in uno studio di registrazione. La possibilità di partecipare agli internazionali di Copenaghen e dimostrare a tutti "who run the world" è l'ultimo rischio che le Bellas decidono di correre prima di lasciare il posto alle nuove matricole.
Michal, un'ebrea ortodossa sulla trentina, viene lasciata dal promesso sposo a tre settimane dal matrimonio. Decide però di non cancellare gli elaborati preparativi per la cerimonia ma di trovare invece un uomo da sposare in esattamente 22 giorni. "Ho la sala, l'abito, la data e 200 invitati", afferma Michal, "non sarà difficile trovare marito". Come premessa comica potrebbe essere spassosa. Il problema è che Un appuntamento per la sposa, opera seconda della regista ebrea ortodossa Rama Burshtein dopo La sposa promessa (la cui protagonista, Hadas Yaron, vinse la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia nel 2012), non è una commedia tout court, ma vuole anche essere una riflessione sulla società ebrea ortodossa e il ruolo che la tradizione gioca sui rapporti fra uomini e donne.