Nel 1966 - il periodo più straordinario per il pop britannico - la BBC trasmetteva solo 2 ore di rock and roll alla settimana. Ma una radio privata trasmetteva musica rock e pop, da una nave al largo della Gran Bretagna, 24 ore al giorno. E 25 milioni di persone - più di metà della popolazione britannica - ascoltava questi pirati ogni giorno. Dopo essere stato espulso da scuola, Carl (Tom Sturridge) viene spedito dalla sua ricca madre, frequentatrice dei salotti alla moda, presso il suo padrino Quentin (Bill Nighy), con la speranza che capisca ciò che vuole fare nella vita. Ma Quentin è il capo di Radio Rock, una radio libera pirata che trasmette da una nave nel bel mezzo del Mare del Nord, con a bordo un eclettico equipaggio di DJ di rock 'n' roll. Ma la radio pirata ha attirato l'attenzione del Ministro Dormandy (Kenneth Branagh) che da la caccia a questi fuorilegge.

Nina non s'è ancora ripresa dalla morte del suo uomo, Jamie. Il fatto è che lei lo sente ancora presente nella sua casa di Londra, così presente che una sera Jamie torna sotto forma di fantasma. Le cose vanno bene per un po' finché lui diventa troppo invadente: le riorganizza l'appartamento, invita i suoi amici fantasmi a casa. Poi Nina incontra Mark e finalmente si libera dalle sue ossessioni.

Durante la seconda guerra mondiale, il convoglio britannico della marina capitanato da Ericson, supererà le più incredibili intemperie a bordo della nave Compass Rose.

Gli ultimi giorni della disco music sono quelli a cavallo tra i '70 e gli '80 quando Alice (C. Sevigny) e Charlotte (K. Beckinsale), neolaureate all'Hampshire College e modeste consulenti editoriali in una casa editrice di New York, riescono, dopo aver avuto accesso al club-discoteca più esclusivo di Manhattan, a frequentare un gruppo di giovani, rampanti e facoltosi yuppie. Elegia nostalgica di un effimero fenomeno musicalmente frivolo e sociologicamente futile? Molto parlato, elegante nel suo snobismo, in mimetica simbiosi con il suo argomento, per fortuna è “un film essenzialmente antropologico, orizzontale, senza particolari punte emotive ... freddo, ancorché appassionato, e prosaico come l'universo che rievoca” (Anton Giulio Macino).

Ispirato ad un episodio realmente accaduto nella seconda metà dell'Ottocento, il film ricostruisce con toni epici e altamente spettacolari la battaglia combattuta dagli zulù del Natal contro le truppe britanniche per ottenere l'indipendenza. L'astuzia e il coraggio degli indigeni ebbero la meglio: il ben equipaggiato ma troppo baldanzoso esercito inglese fu massacrato.