Un ex galeotto e un barbone percorrono le strade degli States, e dell'amicizia, alla ricerca dei loro impossibili sogni. Un ritratto amaro dell'America negli anni Settanta, patetico e sentimentale, con una coppia di attori indimenticabile e la fotografia di Vilmos Zsigmond. Palma d'oro a Cannes

Settimo film muto di C.T. Dreyer, tratto da Tyrannens Fäld (La caduta del tiranno, 1919), commedia di Svend Rindom che il regista purifica e sfronda secondo i principi del suo stile: concentrazione e rarefazione. Diviso in 3 parti, girato quasi per intero in due stanze più cucina con rigorosa semplicità, rispecchia fedelmente la poetica dreyerana: l'elogio dell'amore coniugale; il tema della resistenza passiva; un trio di personaggi principali; la plastica descrizione della banalità quotidiana, l'ammirevole controllo degli attori. E un umorismo di sottigliezza elegante. Unico film di Dreyer che fu rifatto: Tyrannens Fäld (1942) con K. Nellemose (la figlia) nella parte della madre e ancora M. Nielsen come nutrice.

È la storia di Harriet, una bambina di 10 anni che sogna di fuggire dalla famiglia, e del suo grande amico Ricky (Kevin Bacon), un giovane affetto dalla sindrome di Down.