Alessia torna dal convento dove è stata educata alla fattoria dove ha trascorso la sua infanzia. Al suo arrivo, inizia a ricordare il crimine che l'ha resa orfana. L'astio che prova nei confronti della zia inizia a spiegarsi. La zia Agnese era responsabile del crimine, per poter ottenere la terra. Alessia inizia a usare la sua sessualità per manipolare gli uomini che la circondano e a tendere una trappola alla zia per vendicarsi.
Emiliano guarda con gli occhi del regista, mischiando realtà oggettiva e processi della creazione artistica. La storia che filma si confonde con la sua vita quotidiana, fino a che il suo mondo finisce per restare intrappolato nella lente della macchina da presa. Confuso, sempre solo e di fronte ad uno schermo, ascolta in ripetizione una canzone che si ripete come una preghiera e che obbliga a ricordare, a credere e a convincersi.
Mentre assiste ad un corrida, Simona ricorda le avventure amorose vissute tempo prima, in Belgio, in compagnia di tale George, insieme al quale, sperimentando un piccante triangolo, la donna tentò di sottrarre al giogo paterno la giovane e bella marchesina Marcelle de Paille.
Una giovane donna viene assunta per prendersi cura di un uomo anziano e delle due figlie, che vivono su un'isola al largo della costa greca. Al suo arrivo, l'anziano l'avverte di quanto siano malvagie e pericolose le sue figlie. Scoprirà però presto come una di loro, quella adottiva, sia una ninfomane impazzita che insegue e seduce tutti in casa, compresa la sorellastra paralitica.