Parete Nord delle Grandes Jorasses, Grand Capucin, Pilastro Rosso del Brouillard. Ecco alcune delle imprese di Walter Bonatti, uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi. Un uomo che per forza e resistenza, tecnica e intelligenza ha caratterizzato il grande alpinismo del secolo scorso. La Via Bonatti è la ripetizione concatenata in stile alpino, delle grandi vie aperte da Bonatti sul gruppo del Monte Bianco. Due alpinisti francesi di alto livello, Christophe Dumarest e Yann Borgnet effettuano queste ascensioni, sogno di ogni alpinista. Raggiungono alla fine la vetta del Monte Bianco per scendere fino a Chamonix con il parapendio chiudendo in bellezza, con un tocco personale, il loro fantastico periplo.
Majlis al-Jinn, un'immensa camera sotterranea situata in Oman, grande a sufficienza da poter contenere l'intera Piramide di Giza o una dozzina di Boeing 747. Dopo essersi calati in corda doppia a una profondità di 170 metri, Chris Sharma e Stefan Glowacz, formidabile cordata, intraprendono una scalata da record partendo dal punto più profondo della grotta. Lottando contro la forza di gravità per tutto il percorso, i due seguono l'enorme arco fino alla conquista della luce. Una scalata rivoluzionaria.
"Verso l’ignoto" ripercorre il lungo viaggio invernale sul Nanga Parbat di Daniele Nardi. Quattro anni in pieno inverno narrati in questo documentario che, secondo l’alpinista romano, racconta "il mio alpinismo, le motivazioni che mi spingono a scalare e le vicissitudini umane affrontate dal 2012 anno del primo tentativo.” Come è andata a finire tutti lo sanno: dopo anni di sforzi, la cima è stata raggiunta per la prima volta il 26 febbraio 2016 da Simone Moro, Ali Sadpara e Alex Txikon, mentre Tamara Lunger si è fermata poco sotto quei fatidici 8126m della vetta . "Verso l’ignoto" mostra il fascino e la difficoltà di questa impresa sognata e tentata da molti.
Questa è la storia di Raul e Pedro, un alpinista e un regista uniti da un sogno comune: scalare per la prima volta una montagna alta più di 8.000 metri. Per mesi, cineasta e alpinista viaggiano attraverso l'Himalaya alla ricerca di testimonianze, decidendo infine di tentare di salire l'ottava montagna più alta del mondo, il Manaslu, 8.163 metri. Il film racconta le avventure della spedizione, e cerca di scavare in profondità nelle motivazioni che si celano dietro il bisogno spirituale e trascendentale di camminare sulle montagne.
L'avventura di sei ragazzi tibetani ciechi che progettano di raggiungere la vetta del Lhakpa-Ri (7.045m), una montagna all'ombra dell'Everest, guidati dall'esperto Erik Weihenmayer, unico scalatore non vedente ad aver conquistato le sette cime più alte del mondo.
Girato in Spagna, Francia, California, Venezuela, Grecia, Utah e Maiorca il film raccoglie le salite più audaci e i progetti più ambiziosi di Chris Sharma. Si descrive lo stile di vita nomade e affascinante di questo climber professionista, cittadino del mondo in costante movimento e continua ricerca di nuove sfide. Insieme a Sharma incontriamo altri grandissimi fuoriclasse dell’arrampicata, come Dani Andrada, Dave Graham, Ethan Pringle, Melissa Lacasse e Jibe Tribou. Il film li segue mentre attraversano il mondo in cerca di nuove imprese e delle salite più impressionanti capaci di ispirarli. Ma soprattutto ci racconta la vita di Sharma, delle sue motivazioni e della forza che lo spinge a essere tra i migliori al mondo in questo stimolante ma impegnativo sport.
Da nessun’altra parte l’espressione “Frontiera verticale” è più corretta del Campo 4. Guardando ad est, verso l’Half Dome, il sole illumina il Campo 4 prima di ogni altro campeggio nella valle. Per gli scalatori questo polveroso accampamento è una vera mecca, il loro luogo di ritrovo... e spesso la loro stessa casa. Nel 1997, l’alluvione del secolo spazzò via tutto intorno alla Yosemite Valley. Quando il Campo 4, il cuore della nuova cultura alpinistica rock e ribelle, iniziò ad essere ricostruito in modo più moderno dal National Park Service, un gruppo di vecchi alpinisti si riunì per salvarlo. La storia si concluse col riconoscimento per il Campo 4 di Luogo di Interesse Storico.
Jerzy Kukuczka è stato uno dei più eccezionali scalatori dell'Himalaya e il secondo a conquistare tutti i 14 ottomila. Una leggenda nella storia dell'alpinismo che ha perso la vita proprio sul Lhotse il 24 ottobre 1989. Cosa lo rende così eccezionale? Quale è stato il suo contributo alla storia dell'alpinismo? Cosa pensano di lui la sua famiglia e coloro che arrampicano sfidando le stesse cime? Quali sono le ragioni che lo portano a scalare le vette più alte? E può lui essere paragonato agli scalatori di oggi? Un'indagine sulle montagne: sono il regno dell’avventura o uno dei settori del commercio?
La ricostruzione di un’audace salvataggio, per il debutto alla regia di Reinhold Messner. Settembre 1970: Gert e Oswald – due studenti austriaci, decidono di partire per il Kenya, dove intendono scalare il monte omonimo. Al momento di tornare indietro, però, Gert precipita, rimanendo gravemente ferito. Ha così inizio una delle storie di salvataggio in alta quota più avvincenti della storia dell’alpinismo, un’impresa durata nove giorni che Oswald ha trascorso interamente al fianco dell’amico.
Una delle più grandi avventure di tutti i tempi. Matteo Della Bordella, Ragni di Lecco, Silvan Schupbach e Christian Lederberger, decidono di esplorare una remota regione della Groenlandia, raggiungibile percorrendo in kayak un fiordo lungo 200km. Arrivati infine al loro obiettivo, riescono incredibilmente a salire in stile alpino e in libera a vista la parete inviolata dello Shark Tooth, il dente di squalo, su difficoltà altissime (7b+) e su una linea di 900 metri.
Dalle Ande all’Himalaya, dal Fitz Roy al Makalu, alla Torre Mustagh, senza dimenticare la parete Ovest dei Drus: Guido Magnone, si è imposto come uno dei giganti dell’alpinismo degli anni Cinquanta. Ex studente di Belle Arti e campione di nuoto, ha fatto parte di quegli spiriti avventurosi che hanno osato tentare di salire da pionieri le montagne più alte della Terra. Anche a novant’anni, l’età che aveva quando è stato girato questo film, Magnone, morto 95enne nel 2012, continuava a emanare la stessa passione per le sfide e la rievocazione delle sue spedizioni gli provocava sempre un grande fremito. Nel film lo vediamo ricordare i venti terribili che spazzano la Patagonia argentina, ma anche ricordare gli sherpa nepalesi e la loro passione mistica per gli Dei delle cime.
Sulle orme di Patrick Berhault (la cui impresa è raccontata nel film Sur Le Fil Des 4000), Franco Nicolini insegue da molto tempo il sogno di concatenare tutte le 82 vette che superano i quattromila sulle Alpi. Insieme a Diego Giovannini, Nicolini riesce nell’impresa in 60 giorni muovendosi a piedi, sugli sci o in bicicletta. Scopriamo così una nuova spinta dell’alpinismo sulle Alpi.
A 150 anni dalla scoperta alpinistica delle Dolomiti di Brenta, Alessandro Beber con Alessandro Baù dà vita al Brenta Base Camp con l'obiettivo di aprire nuove vie d'arrampicata sulle pareti simbolo del Gruppo. In parete con i due alpinisti si alternano gli amici Simone Banal, Matteo Faletti, Jiri Leskovjan, Fabrizio Dellai, Claudia Mario e Matteo Baù. La piccola spedizione diventa un'occasione di dialogo tra passato e presente.
Due amici iniziano una traversata in uno degli ambienti più selvaggi delle Dolomiti italiane lungo l'Alta Via delle Dolomiti Bellunesi.
Storie di amicizia, amore, rischio e lutto attraversano in profondità l’intimo viaggio del sogno di un uomo. L'impulso per l'esplorazione risuona nella prima salita britannica della parete nord dell'Eiger, nelle nuove vie sul Monte Bianco, nell'ascesa di "The Old Man of Hoy" e sulle vette vergini di Annapurna 2, Nuptse e la Torre Centrale di Paine. Il film ripercorre la vita di uno degli alpinisti più celebri, Sir Chris Bonington: dalle arrampicate su roccia nel Regno Unito fino alle ascensioni visionarie sulle vette dell'Himalaya.
Un inconsueto film sulla montagna: girato dalla prospettiva di Stephan Siegrist, narra la storia di due cordate che, all’inizio dell’estate del 2007, affrontano l’Arwa Tower, uno straordinario seimila situato nel Garhwal Himalaya, in India. La prima cordata, composta da Stephan Siegrist, Thomas Senf e Denis Burdet, prende di mira i quasi mille metri della parete settentrionale, mai scalata prima, superando innumerevoli passaggi di difficoltà estrema in artificiale e libera. Il nome che danno alla via è “Lightning Strike”, colpo di fulmine (900 m, VI, M5, 5.9, A3), ispirato alle marcate fessure della parte inferiore, che solcano la roccia come i segni lasciati da un fulmine. La seconda cordata è composta da due donne, Ines Papert e Anita Kolar, ma causa delle pessime condizioni atmosferiche,le due forti alpiniste sono costrette ad interrompere il proprio tentativo a soli 200 metri di dislivello dalla meta.