Il romanzo è un'allegoria del totalitarismo sovietico del periodo staliniano. È ambientato in una fattoria dove gli animali, stanchi dello sfruttamento dell'uomo, si ribellano. Dopo aver cacciato il padrone, gli animali decidono di dividere il risultato del loro lavoro seguendo il principio marxista «da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni». Il loro sogno utopico[1] verrà poi gettato al vento perché i maiali si impossesseranno della fattoria. Questi, che erano stati gli ideatori della "rivoluzione", prendono il controllo della fattoria, diventando sempre più simili all'uomo, finché persino il loro aspetto diventerà antropomorfo. La satira verso gli ideali utopici della Rivoluzione russa è resa ancora più diretta dal fatto che ogni evento ed ogni personaggio descritti nel romanzo rappresentano l'allegoria di un preciso evento o personaggio della realtà storica.
Pierre Delacroix, un giovane laureato ad Harvard, è l'unico scrittore di colore a lavorare per un emittente televisiva. Nonostante l'impegno e il talento le sue idee non vengono mai prese in considerazione. Ora il suo capo, l'ambizioso Dunwitty (Michael Rapaport), gli pone un severo ultimatum
Un'affascinante scrittrice di nome Jennifer va a vivere in una villetta isolata in un paesino rurale americano. La donna viene aggredita da quattro contadini del posto che la violenteranno ripetutamente e la sevizieranno brutalmente. Creduta morta, i manigoldi l'abbandonerano nella casa isolata ma Jennifer ripresasi lentamente dallo shock fisico e psicologico mediterà vendetta. Alle fine i quattro verranno uccisi uno per uno tramite impiccagione, castrazione e mutilazioni varie.
Dopo aver passato una folle notte a Las Vegas, Abby e Travis si ritrovano sposati e decidono di partire per il Messico per festeggiare la loro luna di miele insieme ad amici e parenti.