Ueli Steck (Svizzera), Simone Moro (Italia) e Jon Griffith (GB) non sono come il 95% degli alpinisti presenti sull'Everest: non usano ossigeno, né altimetristi (impropriamente chiamati sherpa), né corde fisse. Nel 2013 il trio punta alla ripetizione dell'arduo sperone occidentale. Gli Sherpa, appunto, hanno la missione di attrezzare la montagna di corde fisse in questa famosa giornata, fino al Campo 3: corde senza le quali i clienti delle spedizioni commerciali non potrebbero scalare l'Everest. Ne seguì una discussione, furono pronunciati insulti da entrambe le parti. Il confronto al Campo 2 è degenerato: una borraccia di sherpa ha aggredito fisicamente il terzetto di europei. Colpi e pietre furono lanciati e minacce portarono il trio a fuggire dalla montagna. La troupe cinematografica di Réel Rock, parte del team di alpinisti, filma questo caos senza compiacimento.

Horia Colibasanu è dentista, padre di due figli e scalatore di alto livello. Nel 2008, a 7400 metri sull'Annapurna, si è rifiutato di abbandonare il suo compagno, l'alpinista basco Inaki Ochoa, rischiando la sua stessa vita. Il gesto ha colpito la comunità degli scalatori. Nonostante questo tragico incidente, ha continuato a scalare in puro stile alpino, senza ossigeno supplementare. Nel 2017, dopo due tentativi falliti, il quarantenne atleta rumeno torna a scalare l'Everest, per la prima volta in solitaria.

Earth - La nostra Terra (Earth) è un documentario naturalistico del 2007 destinato al cinema, realizzato dalla BBC Natural History Unit come primo film della Disneynature. Il film è uscito in contemporanea mondiale il 22 aprile 2009. Il documentario è una co-produzione britannica, statunitense e tedesca, girata interamente in alta definizione con l'ausilio del 35mm e delle più innovative tecniche di ripresa. Earth utilizza alcune delle sequenze della serie di documentari BBC HD Planet Earth. Il documentario mostra differenti habitat e creature che popolano il pianeta Terra, mettendo in guardia lo spettatore su ciò che minaccia la loro sopravvivenza e focalizzando l'attenzione su tre "famiglie" di animali: megattere, elefanti africani e orsi bianchi.

L'avventura di sei ragazzi tibetani ciechi che progettano di raggiungere la vetta del Lhakpa-Ri (7.045m), una montagna all'ombra dell'Everest, guidati dall'esperto Erik Weihenmayer, unico scalatore non vedente ad aver conquistato le sette cime più alte del mondo.

Registrazione della prima salita dell'Everest senza attrezzatura per l'ossigeno nel maggio 1978 da parte di Reinhold Messner e Peter Habeler. Si potrebbe fare? I suoi vasi sanguigni sarebbero scoppiati? Soffrirebbero di danni cerebrali che porterebbero alla pazzia? Nessuno era sicuro. Messner: “Non verrei mai qui a provare l'Everest con l'ossigeno. Per me non è una sfida. Un affascinante pezzo di storia, ben ripreso da Leo Dickinson ed Eric Jones (sopra il Colle Sud Messner ha utilizzato una cinepresa per continuare le riprese), con i pensieri di Messner e Habeler. Il film segue la consueta sequenza da Namche al campo base, attraverso la cascata di ghiaccio fino ai campi I, II e III. Presenta anche immagini storiche delle spedizioni seminali di Mallory e Shipton.

Tim McCartney-Snape, il protagonista di questo film, è un alpinista di fama mondiale, Nel 1984 è stato il primo a tracciare una nuova via sull'Everest, senza ossigeno. Ma non gli è bastato, ha voluto affrontare un'impresa ancor più storica: raggiungere la vetta dell'Evertest partendo dal livello del mare, punto da cui viene di fatto calcolata la sua altezza. Tim inizia il suo viaggio da Ganga Sagar, nel Golfo del Bengala, ai piedi dell'Everest. E' un luogo sacro in cui il fiume Gange, alimentato dalle nevi dell'Everest, si unisce all'Oceano. 8.848 metri da percorrere in verticale. Una progressiva ascesa attraverso l'India, le sue genti i suoi paesaggi ricchi di fascino e tradizioni; la più lunga scalata mai tentata prima. Un viaggio straordinario e commovente, in cui Tim ha rischiato persino di morire e in cui emerge anche il ruolo decisivo e toccante della moglie, Ann Ward, medico, che lo ha sostenuto e incitato ad ogni passo.

Appassionato di salite ripide, Marco Siffredi (1979-2002) obbedisce a una sola regola: non cadere. Questo ragazzino dotato dai capelli a volte biondi perossidati, verdi o blu si è scontrato nella sua valle: Chamonix, mecca dell'alpinismo. La sua cosa era andare su e giù con lo snowboard. . 90 minuti 8 settembre 2002, quota 8848 metri, ossigeno raro, la testa che già sfiora il cielo e lo snowboard in corsa, Marco Siffredi, 23 anni, si lancia dalla vetta dell'Everest nel corridoio dell'Horbein e sui suoi pendii a 50 gradi. Un anno prima aveva già fatto la prima discesa della montagna con lo snowboard. Ma rimane un altro corridoio... più diretto. Non è una sfida, solo un motivo per esserlo... Tuttavia, quel giorno, in cima al tetto del mondo, si perde la sua traccia...

Walter Bonatti è LA leggenda dell'alpinismo, capace di affrontare grandi sfide alpinistiche: K2, Drus, G4, Cervino, solo per citarne alcune. Ma le vette raggiunte non sono punti di arrivo, sono tappe intermedie che poi lo spingono verso un viaggio intorno al mondo, alla ricerca di se stesso. La sua esplorazione, partendo dalle pareti verticali, si è poi spostata su percorsi orizzontali e si è sempre espressa verso lo spazio interiore dove risiedono le nostre paure e i nostri desideri. Dove l'uomo, seduto solo di fronte a se stesso, deve decidere di superarsi o di adattarsi. E Walter non ha mai rispettato, ha scritto le sue regole e le ha rispettate per tutta la vita, senza concedersi scappatoie o scorciatoie. Si è costruito come alpinista, come esploratore, come fotoreporter e come scrittore, ma sempre e solo con l'intenzione di essere un uomo senza compromessi con le mani, i muscoli, il cuore e la testa.

Libertà, per Tamara Lunger, significa spingersi oltre i propri limiti, osare l’impossibile e conoscere a fondo il proprio io. L’alpinista altoatesina è stata la più giovane donna a scalare il Lhotse (8.516 metri) e la seconda italiana a toccare la vetta del K2. Tuttavia, il fallimento non le è sconosciuto, un argomento che avrebbe potuto cambiarle la vita. Markus Frings e Nora Ganthaler raccontano gli alti e bassi della vita di questa donna straordinaria, accompagnandola insieme al suo mentore Simone Moro nelle spedizioni invernali al Nanga Parbat e agli 8.596 metri del Kangchenjunga.