Jerzy Kukuczka è stato uno dei più eccezionali scalatori dell'Himalaya e il secondo a conquistare tutti i 14 ottomila. Una leggenda nella storia dell'alpinismo che ha perso la vita proprio sul Lhotse il 24 ottobre 1989. Cosa lo rende così eccezionale? Quale è stato il suo contributo alla storia dell'alpinismo? Cosa pensano di lui la sua famiglia e coloro che arrampicano sfidando le stesse cime? Quali sono le ragioni che lo portano a scalare le vette più alte? E può lui essere paragonato agli scalatori di oggi? Un'indagine sulle montagne: sono il regno dell’avventura o uno dei settori del commercio?

Denis Urubko è uno dei più forti alpinisti himalayani di tutti i tempi: ha scalato ogni cima di 8000 metri senza ossigeno supplementare, aprendo nuove vie in stile alpino su Broad Peak, Manaslu, Cho Oyu e Lhotse. Ha anche effettuato le prime invernali del Makalu e del Gasherbrum II. Alla sua leggenda si sono aggiunti l'incredibile salvataggio di Elisabeth Revol in perdizione sul Nanga Parbat nel gennaio 2018, e quello di circa altri otto alpinisti. La storia di Urubko è semplicemente unica, ci racconta di lui e del suo viaggio per diventare il migliore in altissima montagna. Denis Urubko non è solo un alpinista eccezionale, è una vera leggenda le cui gesta rimarranno impresse nella storia dell'alpinismo.

All'inizio di febbraio del 2011 Simone Moro con il kazako Denis Urubko e lo statunitense Cory Richards raggiunge la vetta del Gasherbrum II a 8.035 metri di quota. Si tratta della prima salita invernale e la prima invernale in assoluto in uno dei cinque ottomila del Karakorum pakistano. La spedizione, partita il 27 dicembre dall'Italia, ha dovuto affrontare temperature fino a -50 gradi e forti venti fino a 200km/h per poter attrezzare la via fino alla vetta. Per Simone Moro è stata la terza prima scalata invernale di un ottomila, dopo lo Shisha Pangma nel 2005 e del Makalu nel 2009. L'esperienza dei tre alpinisti impegnati sul Gasherbrum II, nel cuore di un buio e durissimo inverno, è vista con lo sguardo crudo e onesto di Cory Richards partecipante, cineasta e fotografo. Il film coglie con efficacia, la fatica, i dubbi, le paure dei protagonisti.

Daulagiri (8167 m), Naga Parbat (8125 m) e Broad Peak (8051 m) sono tra le 14 vette del mondo. Jean-Christophe Lafaille si è posto l'obiettivo di raggiungere queste 3 vette nell'arco di due mesi. Questo film ci porta in un viaggio sorprendente che inizia in Nepal e finisce in Pakistan, esplorando l'anima di questo alpinista impegnato... Ed Viesturs e Katia Lafaille hanno accompagnato Lafaille nella sua avventura.

Questo episodio fa parte della serie "I conquistatori dell'impossibile (2/3)". Dagli anni '50 agli anni '80, René Desmaison ha ottenuto un gran numero di "primati". Specialista delle vie normali (parete ovest di Les Drus, Pilier du Freyney, Shroud...), ha vissuto una tragedia alle Grandes Jorasses, dove la sua eccezionale resistenza gli ha permesso di sopravvivere contro ogni logica. È il primo a rivendicare la pratica della montagna come sport di alto livello. Uomo di contrasti, la sua forza apparente nasconde una grande timidezza e un entusiasmo immutabile nonostante gli anni. Al di là dell'alpinismo, è lo spirito di avventura che lo ha sempre abitato. Una vita intera dedicata all'alpinismo.

Film realizzato al seguito della spedizione del Club Alpino Italiano guidata da Riccardo Cassin al Gasherbrum IV, un quasi 8000 del Karakorum. L'opera documenta i disagi e le dure fatiche della spedizione che riuscì a conquistare, nonostante le rilevanti difficoltà tecniche incontrate, una delle più difficili e affascinanti montagne del Baltoro.

Un Film-Documentario girato in omaggio ai conquistatori dell'Everest per celebrare i 50 anni della conquista: Edmund Hillary e Tenzing Norgay hanno appena compiuto un'impresa senza precedenti: la conquista dell'Everest. Con queste storiche emozionanti immagini, girate nel 1953, si apre il film-documentario Everest, una sfida lunga 50 anni. In occasione dell'anniversario di questa grande impresa, la National Geographic Society ha invitato Jamling Norgay, Peter Hillary e Brent Bishop (figlio di Barry Bishop, membro della spedizione che partecipò alla prima scensione Usa, nel 1963) a seguire le orme dei padri e ripetere un'impresa che ancora oggi comporta rischi infiniti. Alcuni storici paragonano la conquista dell'Everest a quella dello spazio; eppure mettere piede sulla luna richiese meno tempo. Non un'impresa sportiva ma un viaggio nella memoria, un omaggio ai conquistatori dell'Everest nel luogo che ha cambiato per sempre le loro vite».

Prodotto in occasione dei 50 anni dalla storica prima ascensione al K2 del 1954 organizzata dal Club Alpino Italiano, il film ripercorre, con grande ricchezza di particolari e di dettagli inediti, le varie fasi della spedizione. Significative le interviste agli alpinisti superstiti Erich Abram, Achille Compagnoni, Lino Lacedelli, Pino Gallotti, Ugo Angelino e allo storico dell’alpinismo Roberto Mantovani.