Cherie Jameson lavora in una biblioteca per bambini ed è felice di poter celebrare un altro Natale a New York, circondata da affetto e buoni sentimenti. Tuttavia, a rovinarle l'armonia è la notizia che lo storico edificio che ospita la biblioteca deve essere demolito. Per scongiurare tale ipotesi, Cherie contatta la proprietaria del palazzo ma questa ha già dato il suo consenso al nipote Tony per la costruzione di loft al posto della libreria. Cherie decide allora di radunare tutta la comunità della zona e di organizzare un concorso di decorazione di alberi di Natale, usando come tema ciò che la biblioteca significa per loro. Spera così di attirare l'attenzione dei media e di convincere la proprietaria a cambiare idea.
Pete, un ragazzino trascurato dai genitori, si ritrova al centro del caos quando si rende conto che il terribile giorno di Natale in compagnia della sua famiglia continua inaspettatamente a ripetersi. Continuando a rivivere la giornata più e più volte, decide di prodigarsi affinché gli eventi prendano un'altra piega e la sua famiglia abbia un Natale difficile da dimenticare.
Durante un lavoro apparentemente di routine, un sicario stanco scopre di non essere l'unico con il suo obiettivo nel mirino.
Primo film a colori di Bressane, girato nella casa del pittore Elyseu Visconti e rimasto in parte incompiuto nella sonorizzazione e nel montaggio finale a causa della partenza forzata dal Brasile del regista. Horror e humour intorno al tema della pazzia: «Alla fine tutti escono dalla casa come se fossero dei topi di laboratorio che fuggono, invadono la città e vanno a contaminare il mondo». «Se parliamo dell’orrore, in questo film si tratta dell’orrore nazionale, comprendendovi Mojica Marins come emblema. Possono forse esserci alcune macchie di Corman e dell’horror inglese, ma è un’altra scala dell’horror. Ora, quello che trasformò il film fu il luogo dove girammo, la casa di un pittore del XIX secolo, un ricettacolo di luce. Tutto era studiato per produrre effetti di luce. Quando arrivai e vidi quella casa, quella luce, dissi: è questo il film, è questo l’orrore. Il senso del film, il suo fascino, deriva da questo laboratorio di luce» (J. Bressane).