Marocco. Una coppia di turisti statunitensi sono in vacanza; lui è uno stimato medico e lei è una famosissima cantante. La coppia ha con se il piccolo figlio. Il terzetto viene avvicinato da un personaggio misterioso che da lì a poco rimarrà ucciso non prima di essere riuscito a confidare al medico un pericoloso segreto riguardo un attentato da compiere a Londra. La coppia, in procinto di rivelare il tutto alle autorità, decide di soprassedere in quanto il loro figlio viene rapito. Remake di un omonimo film sempre dello stesso regista.
John Wick è in fuga per due ragioni: una taglia di 14 milioni di dollari e per aver infranto una delle regole fondamentali, uccidere qualcuno all'interno dell'Hotel Continental. La vittima infatti era un membro della Gran Tavola che aveva posto la taglia su di lui. John avrebbe dovuto già essere stato eliminato, ma il manager dell'Hotel Continental gli concede un'ora di tempo prima di dichiararlo ufficialmente “scomunicato". John dovrà cercare di restare vivo, lottando e uccidendo, in cerca di una via d’uscita da New York City.
Due naufraghi americani approdano in Marocco. Vorrebbero sposare una bella principessa promessa a un truce sceicco. Riescono a convincerla a fuggire con loro e riprendono il mare con lei e la sua dama di compagnia. Ma per un'imprudenza la nave salta in aria. I quattro rientreranno a New York su una zattera.
Lupin viene convocato dal suo vecchio amico Dolun, un potente boss della mafia francese, il quale, ormai prossimo alla morte, gli consegna la metà di un diamante, il Penombra, che, se riunito all'altra metà, potrebbe condurlo al tesoro perduto della tribù dei Gelthi, distrutta agli inizi del '900. Lupin quindi si reca in Marocco, dove rimane coinvolto nel conflitto che vede contrapposti i superstiti della tribù, che cercano solo di professare la propria fede in un Paese che li perseguita, e una minoranza di fanatici guidati dal figlio del Grande Saggio, che invece aspira solo a mettere le mani sul tesoro
Black, un magnifico stallone arabo, che in America ha vinto molte corse (vedi Black Stallion di Carroll Ballard), viene rubato da una tribù di Berberi e riportato in Africa, dove deve partecipare a una famosa gara nel deserto. Ma il suo piccolo padrone lo segue per riprenderselo.
Alain è un pugile che deve fuggire da Marsiglia per aver insidiato la moglie del boss locale e per essersi rifiutato di vendere un incontro. Siamo negli anni Venti, e la sua unica possibilità di fuga è il reclutamento nella Legione Straniera; in Marocco tra la dura disciplina della legione e gli attacchi sanguinosi delle tribù berbere, Alain chiude finalmente i conti col suo passato.
A Montecarlo l'ispettore Bonnard (Giannini) si occupa dell'omicidio della ricca Madame Van Dougen. Non sono certo gli elementi sospetti che mancano, anzi egli deve scovare il colpevole fra sette persone che potrebbero aver avuto interesse alla morte della signora. L'inchiesta si sviluppa, accidentata, fra una catena di accadimenti grotteschi, fino alla scoperta dell'insospettabile verità. È il remake di "Crimen" diretto da Mario Camerini nel 1960. Eccellente fotografia, ricca cornice scenografica, attori di comprovata notorietà, ma la sceneggiatura è debole e la regia non riesce mai a sollevarsi dal grigiore.
Chuck e Lyle (Hoffman e Beatty) sono due scalcinati cantautori e cabarettisti americani. Ingaggiati per una tournée in Marocco, durante il viaggio finiscono per farsi incantare da una bella terrorista, Shira. Capitati quasi per caso nel tirannico emirato di Ishtar, si trovano coinvolti in una serie di guai e, fra l'altro, vengono scambiati per i liberatori annunciati da un'antica profezia e per questo osannati dalle bande ribelli. Travestiti da beduini e persi nel deserto con un dromedario cieco, riescono a salvare la pelle e la carriera a spese della Cia che li voleva morti.