Parigi. In un elegante stabile abitato da famiglie dell’alta borghesia, Renée Michel è la portinaia: vedova, burbera e sciatta, ne è il perfetto stereotipo. Celato a tutti è però il suo grande interesse per la lettura, la musica, la filosofia, l’arte, che coltiva da autodidatta con passione e intelligenza. Qualche piano più in su c'è Paloma Josse, una bambina di undici anni arguta e sagace, decisa a suicidarsi il giorno del suo dodicesimo compleanno. Renée e Paloma, una donna e una bambina che emergono per intelligenza e conoscenze dall'abietto tessuto sociale contemporaneo, condannandosi in questo modo a un esilio intellettuale che impedisce loro di manifestarsi nel mondo.
Valerie, una ragazza iellatissima, scompare mentre si trova in ferie nel Messico. Per cercarla il ricco padre assume un abile investigatore (Glover), ma anche un poveretto perseguitato, al pari della figlia, da una sfortuna incredibile (Short). È infatti sfruttando questa insolita affinità che la ragazza viene ritrovata. A Martin Short piace "riadattare" i personaggi interpretati dal francese Pierre Richard: è già successo con Due fuggitivi e mezzo (di cui In fuga per tre era il rifacimento) e ora è il turno di La capra.
Federica è molto ricca. Questo privilegio non la fa sentire libera e le impedisce di vivere un'esistenza normale e di assumersi le sue responsabilità. In particolare la ragazza deve vedersela con un fidanzato che vorrebbe mettere su famiglia, un ex amante che ricompare all'improvviso, una famiglia con cui litiga di continuo e che viene destabilizzata dall'annuncio della morte del padre. Federica trova così conforto nell'immaginazione e si abbandona ai suoi sogni a occhi aperti.