Henry Frankenstein (Colin Clive) è ossessionato dall’idea di costruire un essere usando parti di cadaveri e dargli vita. Aiutato dall’assistente gobbo Fritz (Dwight Frye), si procura il necessario, ma, per l’ultimo pezzo, il cervello, Fritz prende quello di un criminale. Elizabeth (Mae Clarke), la promessa sposa di Henry, si preoccupa per lui e va a visitarlo in compagnia del luminare dottor Waldman (Edward Van Sloan), che, testimone del successo dell’esperimento di Frankenstein, decide di aiutarlo sin quando la creatura prende vita.
Tratto dall'omonimo romanzo giallo di Dashiell Hammett, il film è una brillante commedia sofisticata con spunti gialli, incentrata sulla vicenda di Nick e Nora Charles, una coppia di coniugi (ex investigatore lui, ricca ereditiera lei sempre accompagnati dalla cagnetta Asta) amanti della baldoria e dell'alcol, impegnati a investigare sulla scomparsa di uno scienziato e sugli omicidi che ne seguono.
Falso barone e falsa contessa, ladri di gioielli, si fanno assumere da ricca signora parigina per un colpo grosso. Ma lui s'innamora della padrona da derubare. Una delle più deliziose commedie di E. Lubitsch, tutta giocata sul ritmo binario della ripetizione e della specularità. Nella sequenza veneziana in apertura la voce del gondoliere è di Enrico Caruso. Un capolavoro della frivolezza con interpreti infallibili.
Nella piccola nazione di Freedonia Rufus T. Firefly (Groucho) assume i poteri di un dittatore, ma deve fare i conti con due spie nemiche (Chico e Harpo), un tenore (Zeppo) e un astuto “cattivo” (Calhern). Considerato da molti, ma dopo gli anni '60, il capolavoro dei fratelli Marx. È il loro unico film diretto da un regista di talento, e fa storia a sé per la miscela tra satira e operetta europea. 70 minuti di buffoneria non stop senza interventi musicali né romantici. Fu un fiasco quando uscì.
Il brillante dottore Jekyll conduce pericolosi esperimenti sulla separazione del bene e del male negli individui. I risultati porteranno il panico in una nebbiosa Londra di metà novecento.
Per sfuggire alle autorità i quattro si imbarcano clandestinamente su un lussuoso transatlantico, nascondendosi nella stiva. A bordo vengono scoperti e dopo una serie di inseguimenti su e giù per la nave finiscono per diventare le guardie del corpo di una banda di gangsters. Allo sbarco la figlia di uno dei gansters viene rapita e toccherà ai fratelli Marx salvare la situazione.
Uno scienziato ossessionato conduce esperimenti profani sull'evoluzione dell'uomo, affermandosi infine come un semidio sulla razza di abomini e mutanti da lui creati.
Il "muto" dei fratelli Marx in un test muto, ma a colori! Di che colore si tratta? Secondo Jeff Joseph - che ha ritrovato quest'autentica rarità - "potrebbe trattarsi di Multicolor, un precursore del Cinecolor. L'elemento nitrato rinvenuto lo scorso anno era una copia Cinecolor del 1940. Richard Dayton, dei laboratori YCM che hanno restaurato il frammento, dice che il negativo originale non avrebbe potuto essere un Technicolor, perché nel 1940 sarebbe stato difficile duplicare il Technicolor con il sistema Cinecolor. Poiché la copia ritrovata è un Cinecolor, la mia ipotesi è che si sia trattato di Multicolor. Ma è solo un'ipotesi". Comunque sia, l'aspetto più interessante del frammento è che Harpo sta provando una scena senza la sua celebre parrucca bionda, e indossa un accappatoio al posto dell'impermeabile.
Un impresario di Broadway sta preparando un nuovo musical, ma stenta a sopportare i capricci della primadonna che tra l'altro è l'amante del finanziatore dello spettacolo. Poi la diva si rompe una gamba e una ragazza del coro viene chiamata a sostituirla...
Chiamato a dirigere il college di Huxley, da molti anni a digiuno di vittorie nel football, Quincey Adams Wagstaff (Groucho) cerca di assoldare due esperti giocatori (già al soldo della squadra avversaria come sabotatori), ma scrittura per sbaglio Barovelli (Chico) e Pinky (Harpo). Con i quattro Marx nelle retrovie (Zeppo nella parte del figlio di Groucho), Huxley vince la finale. Scritto da Bert Kalman, Harry Ruby (anche autore di musiche e canzoni), S.J. Perelman e Will B. Johnstone, è il più surreale, caotico e anarchico film marxiano nella sua satira della cultura universitaria USA. “Di qualsiasi cosa si tratti, io sono contro!” (I'm against it!), canta Groucho in apertura, e tutto il film, giocato sulla corda dell'assurdo, è sulla stessa riga antiautoritaria sino alla strepitosa partita conclusiva.