Azuma è un poliziotto sociopatico dai metodi sbrigativi che non esita ad usare violenza per ottenere ciò che vuole, anche fuori dalla vita lavorativa. Durante le indagini su alcuni omicidi legati all'ambiente della droga, Azuma scopre che il suo collega Iwaki, uno dei pochi con cui ha un rapporto non conflittuale, è coinvolto nello spaccio di droga dall'interno della polizia. Dopo l'omicidio di Iwaki la sorella di Azuma, una ragazza affetta da disturbi mentali per cui Azuma prova un grande quanto possessivo affetto, viene rapita e violentata, causando una reazione incontrollabile da parte di Azuma, che rompe qualsiasi regola etica e morale di condotta per dar sfogo alla sua personale idea di giustizia e alla sua sete di violenza.

Giasone si reca alla ricerca del Vello d'Oro, su ordine del re Pelia. Costui però trama contro di lui perché l'oracolo dice che Giasone stesso l'ucciderà. Il mitico eroe riesce comunque a compiere la sua missione, anche con l'aiuto degli dei e di Medea, figlia del re della Colchide. Impadronitosi del Vello, dopo aver ucciso l'Idra a sette teste, Giasone condurrà Medea con sé sulla via del ritorno.Liberamente ispirato al mito di Giasone, il film bada al sodo: quant'è bella l'avventura. Un capolavoro gli "ingenui" effetti speciali di Ray Harryhausen (con la lotta contro gli scheletri), una delizia la fotografia. Musiche di Bernard Herrmann. Un piccolo classico che vanta numerosi cultori.

Flora è un elefante da circo che non può più esibirsi e portare a termine i suoi numeri. La sera precedente alla sua programmata soppressione, la quattordicenne Dawn, figlia del proprietario del circo, porta via l'animale con un solo obiettivo in mente: condurla nella più vicina riserva. A separarle dalla destinazione finale vi sono duecento chilometri di boschi, un impetuoso fiume, due cacciatori d'elefanti e la paura di non farcela.

Il commissario Jordan è arriva a Marsiglia da Parigi per sgominare una potente banda di trafficanti di droga. Jordan, conosciuto nell'ambiente come "le marginal" per i suoi metodi poco ortodossi, ma molto efficaci, punta verso il capo dell'organizzazione, l'iraggiungibile e super protetto Mecacci. Il commissario però viene rimosso dall'incarico e viene spedito in un quartiere periferico di Parigi. Ma lì riuscirà a cogliere elementi preziosi che lo aiuteranno a catturare il pericoloso boss.

Jackie è un cuoco che conduce una rubrica televisiva per una emittente australiana. Il pover’uomo si trova al centro di un’intricata vicenda in cui due bande di criminali, che inizialmente si combattono senza sosta, finiscono per allearsi, nel tentativo di recuperare una videocassetta. La contesa registrazione contiene materiale che una giornalista intende usare per denunciare pubblicamente i malfattori.

John Lee, ex killer di professione, è ricattato da uno spietato boss della mafia, Mr. Wei, che vuole costringerlo a compiere una terribile vendetta contro l'ispettore Stan Zedkov. Lee si rifiuta di accettare l'incarico, e da quel momento diventa il bersaglio dell'irriducibile criminale. Dovrà fuggire e nello stesso tempo proteggere la sua famiglia. Una lotta senza quartiere in cui tutti sono nemici e l'unica alleata è una bella e abile falsaria.

Negli ultimi quattro anni, l'agente Jack Cates è stato sulle tracce di un non meglio identificato trafficante di droga che si fa chiamare "Ice Man". Durante un conflitto a fuoco con un gruppo di scagnozzi di Ice Man, Jack finisce per ucciderne uno. Tuttavia le prove che la vittima era armata ed aveva sparato per prima non si trovano e Jack viene sospeso dal servizio. A questo punto se Jack non riesce a catturare entro 48 ore l'imprendibile Ice Man, finirà in carcere. Jack riesce a ottenere la scarcerazione di Reggie Hammond, che in precedenza l'aveva aiutato in un'altra indagine, e che si dimostra abbastanza a conoscenza dei segreti di Ice Man. Dopo una serie di rocambolesche vicende seguendo un'unica pista, i due uomini riescono a confrontarsi con Ice Man e ad avere la meglio. Reggie finalmente è in libertà, mentre Jack può continuare a lavorare come poliziotto temuto e rispettato.

Uno scontro a fuoco con tre morti, tra cui un bambino nero, provoca un'inchiesta che rischia di danneggiare la reputazione di John Pappas, sindaco di New York che vuole diventare governatore. Prima parte apprezzabile a livello descrittivo, ma nell'avvicinarsi ai temi di fondo (l'intreccio tra politica, affari, criminalità) il film s'inceppa per avviarsi a un epilogo impacciato. Il difetto è nella sceneggiatura, alla quale hanno messo mano in quattro. Troppi.

Una volta accettato il fatto che Shakespeare è il più grande sceneggiatore mai esistito e che è davvero difficile prescindere da lui quando si voglia parlare di sentimenti seri, ecco che si ritenta la "contaminazione" così ben riuscita all'esordiente Luhrmann con Romeo+Giulietta: narrare una storia eterna con linguaggio attuale. L'ambiente non è dunque Cipro ma un college della Carolina del sud. Odine (Phifer) è lo studente leader, bravo in tutto, specialmente nello sport, è infatti il capitano della squadra di basket. E' amato da Desi (Stiles), bellissima e figlia del preside. Lo Jago moderno sarebbe Hugo, al quale dà corpo e volto l'emergente Josh Hartnett. La storia si sviluppa, appunto, secondo Shakespeare. Hugo instilla tremenda gelosia in Odine, che alla fine ucciderà l'amata.

Il motociclista Cary Ford viene accusato dell’uccisione di un altro biker. Ford deve cercare di provare la sua innocenza, braccato non solo dalla legge, ma anche dalla gang a cui apparteneva la vittima, in cerca di vendetta. La sua sopravvivenza è legata alla scoperta dell’identità del vero assassino.