Atterrito da un'orda di nubili vogliose, Lancelot, inibito baronetto, è costretto al matrimonio da uno zio malatissimo. Accetta di portare all'altare una bambola meccanica, l'esatto "doppio" di Ossi, figlia di Hilarius, artefice di automi e robot. La vera Ossi prende il suo posto, innescando buffi equivoci a catena. Quella del 27enne E. Lubitsch è una fiaba di tono scanzonato, di allegra bizzarria e di simulato candore, ricca di invenzioni al limite del surreale e di sottintesi psicanalitici, non priva di una divertente vena anticlericale. Racconta la storia di una iniziazione maschile, incubi compresi. Come dice Michael Henry in un saggio del 1971, i punti in comune col contemporaneo Das Kabinett des Dr. Caligari sono numerosi. Ispirata a un'operetta di A.E. Wilner, basata su racconti di E.T.A. Hoffman, è una burla con cui il regista fa emergere la componente ludica dell'espressionismo.

Stanlio e Ollio sono ospiti in un albergo e hanno con loro un cagnolino che non è molto ben accetto dagli altri clienti. Per proteggere la bestiola combinano molti guai.

Tre giovani amiche ballerine di fila a Broadway si danno da fare per trovare un marito facoltoso.

Ridotti in povertà dalla Depressione, Stanlio e Ollio sono sfamati da una vedova e si convincono erroneamente che lei abbia bisogno di aiuto finanziario.

Durante la Grande Depressione negli Stati Uniti d'America, un senzatetto viene sorprendentemente reclutato da un partito politico della sua città per collaborare ad una frode elettorale.

Yun-ju è un nullafacente che non ha i soldi per corrompere il suo preside e diventare professore; frustrato, si sfoga con i cani del vicinato, cercando goffamente di eliminarli. Di contro Hyun-nam, giovane svampita ma di buon cuore, decide di indagare per scovare il rapitore di cani.

Settimo film muto di C.T. Dreyer, tratto da Tyrannens Fäld (La caduta del tiranno, 1919), commedia di Svend Rindom che il regista purifica e sfronda secondo i principi del suo stile: concentrazione e rarefazione. Diviso in 3 parti, girato quasi per intero in due stanze più cucina con rigorosa semplicità, rispecchia fedelmente la poetica dreyerana: l'elogio dell'amore coniugale; il tema della resistenza passiva; un trio di personaggi principali; la plastica descrizione della banalità quotidiana, l'ammirevole controllo degli attori. E un umorismo di sottigliezza elegante. Unico film di Dreyer che fu rifatto: Tyrannens Fäld (1942) con K. Nellemose (la figlia) nella parte della madre e ancora M. Nielsen come nutrice.

Una giornalista dell'alta borghesia è attratta (suo malgrado) da un massiccio operaio che sta scavando un tunnel sotto il fiume Hudson.

Due sorelle, l'una scrittrice, l'altra ballerina, tentano di sfondare a New York. La prima scrive un racconto sull'altra spacciandola per grande seduttrice. Ne nascono equivoci.

Pronto a sistemarsi sposando la figlia del suo capo, Ollio ha scelto come testimone Stanlio, che gli regala un gigantesco puzzle.

Larry, giovane ventiquattrenne di New York, ha una madre iperprotettiva e un sogno: diventare un attore. Per sfuggire alle grinfie della prima e realizzare il suo desiderio si trasferisce a Greenwich Village dove conosce una grande varietà di persone: si trova una ragazza, Sarah, un lavoro come commesso e diventa amico di Bernstein, un nero omosessuale, Robert, un commediografo e la sua fidanzata Connie (che si invaghisce di Larry) e Anita, una giovane con manie suicide. Tra una visita alla madre e un provino la vita va avanti, Sarah resta incinta, ma decide di abortire e Anita si uccide. Poco dopo questi due eventi Larry viene lasciato dalla fidanzata che lo pianta per fuggire in Messico con gli altri tre. La vita non sembra sorridere al ragazzo, se non che una telefonata lo chiama ad Hollywood per un lavoro.

Lei fa "il negro" per scrittori famosi, lui l'architetto. Si conoscono, litigano, si odiano (un po') e finiscono per innamorarsi. Nel frattempo abbiamo conosciuto le loro abitudini e nevrosi. Una storia che cercherebbe di scimmiottare i contenuti graffianti alla Altman. Ma non ci riesce.