Disoccupato, inseguito da un poliziotto, Charlot trova rifugio e lavoro in un circo come clown (involontario) e s'innamora della cavallerizza. Pur nella ricchezza delle invenzioni comiche (Charlot sulla corda, assalito dalle scimmie; il baraccone degli specchi, ecc.), appare un riepilogo di motivi già sfruttati, ma approfondisce con tristezza struggente la dimensione sentimentale del suo personaggio di reietto. ("Un debole omino calpestato/ da Los Angeles a qui/ recita attraverso gli oceani..." V. Majakovskij.) Quando, però, il film che lo stesso autore non teneva tra i suoi più riusciti ritornò in circolazione negli anni '60, in una nuova edizione musicata dallo stesso Chaplin, esso incantò un'altra generazione di spettatori. Non a caso Federico Fellini lo adorava.
Jimmie è socio di un'agenzia di Borsa e ha fatto un'errata operazione. Per non dichiarare il fallimento o finire in carcere è necessario trovare una forte somma. Jimmie scopre da un notaio che suo nonno gli lascia un'eredità. È necessario però che si sposi entro le sette di sera nel giorno del suo ventisettesimo compleanno. La caccia alla moglie ha inizio.
Due giovani fratelli diventano i capi di una banda di bulli di quartiere. Il loro padre è un impiegato che cerca di fare carriera facendosi notare dal suo capo. Quando i ragazzini si trovano a casa di quest'ultimo, scoprono che il loro padre si è ridotto a fare il giullare per il suo datore di lavoro, il cui figlio è membro della banda di bulli. I fratelli si ribellano, sostenendo che le gerarchie dovrebbero essere costruite sulle abilità e non sulla condizione sociale.
Rollo (Buster Keaton) corteggia Betsy (Kathryn McGuire) che però lo respinge. Per una serie di circostanze, i due si ritrovano da soli su una nave chiamata “Il navigatore”, alla deriva nell'oceano. Ai malcapitati passeggeri ne succederanno di tutti i colori, compreso l'attacco di una tribù di cannibali.
Senti, amore mio (The Three Ages) è un film del 1923 diretto da Buster Keaton: conosciuto in Italia anche come L'amore attraverso i secoli, per ammissione dello stesso regista/attore è una parodia di Intolerance di David Wark Griffith.