In quanto israeliana di 19 anni, Atalya è obbligata ad arruolarsi nelle forze armate. Ma ha assistito al governo militare nei territori palestinesi occupati – una realtà che la maggior parte degli altri giovani israeliani non sperimenta mai – e che l'ha portata a diventare un obiettore di coscienza.

Leila Khaled è stata la prima donna a dirottare un aereo. Nel 1969, ha mostrato le sue granate ai passeggeri terrorizzati per ordine del commando Che Guevara del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Attraverso il conseguente bombardamento mediatico, ha messo la nazione palestinese sulla mappa globale. La bella Leila di 24 anni è diventata un'eroina per molti palestinesi, inclusa l'adolescente svedese/palestinese Lina Makboul, che ora è una regista. Almeno Leila ha osato fare qualcosa, pensò Lina in quel momento. Fa visita a Leila 35 anni dopo con una macchina fotografica e trova una donna che non si pente di nulla.

Il documentario Beyond the Frontlines ci conferma che la colonizzazione non si esprime solo nell’occupazione di terra, case, cielo o acqua, non cerca d’imporre il suo dominio solo con le armi, ma è colonizzazione quotidiana delle mente, oltre la prima linea. La psi­chiatra e scrittrice palestinese Dott.ssa Samah Jabr, seguace di Frantz Fanon, si assume il compito di guidarci alla scoperta delle strategie psicologiche dell’occupazione israeliana, dei suoi effetti e di come i palestinesi imparino ad affrontarli. Donne e uomini che hanno identità, religioni, orientamenti sessuali, culture politiche, estrazione sociale e origini geografiche diverse, condividono le loro storie di resistenza e resilienza. Il film tesse questo coro di voci con interviste, articoli, e fughe poetiche che evoca­no la dimensione invisibile delle strade e dei paesaggi palestinesi.

Hebron è nota nel mondo per essere la città della tomba di Abramo e dei patriarchi, venerati da musulmani, ebrei e cristiani. Un luogo di venerazione ma anche di esacerbati conflitti. Dopo un susseguirsi di atroci fatti di sangue, Israele e l’Autorità palestinese hanno concordato di dividere la città in due zone: una palestinese e l’altra sotto il controllo militare israeliano. Il documentario è costituito dal racconto in prima persona di quattro adolescenti e preadolescenti, che vivono nella parte della città occupata dalle truppe israeliane e progressivamente colonizzata. Il racconto della vita quotidiana dei ragazzi e delle ragazze intervistati è drammatico nella sua semplicità.