Il film racconta della drammatica spedizione tedesca del 1970 al Nanga Parbat, durante la quale i fratelli altoatesini Reinhold e Günther Messner riuscirono a conquistare la vetta salendo per la prima volta dal versante meridionale, lungo l'inviolata parete Rupal, in stile alpino e senza l'ausilio dell'ossigeno.

Denis Urubko è uno dei più forti alpinisti himalayani di tutti i tempi: ha scalato ogni cima di 8000 metri senza ossigeno supplementare, aprendo nuove vie in stile alpino su Broad Peak, Manaslu, Cho Oyu e Lhotse. Ha anche effettuato le prime invernali del Makalu e del Gasherbrum II. Alla sua leggenda si sono aggiunti l'incredibile salvataggio di Elisabeth Revol in perdizione sul Nanga Parbat nel gennaio 2018, e quello di circa altri otto alpinisti. La storia di Urubko è semplicemente unica, ci racconta di lui e del suo viaggio per diventare il migliore in altissima montagna. Denis Urubko non è solo un alpinista eccezionale, è una vera leggenda le cui gesta rimarranno impresse nella storia dell'alpinismo.

Nell'ottobre 2010, due dei migliori alpinisti francesi, Christophe Dumarest e Yann Borgnet, hanno realizzato il sogno di un alpinista: una salita di sei giorni in stile alpino delle grandi vie di Walter Bonatti attraverso il massiccio del Monte Bianco. Dumarest e Borgnet hanno salito per la prima volta la parete nord delle Grandes Jorasses; hanno poi scalato il Grand Capucin e il Pilier Rouge du Brouillard, completando la loro impresa con la scalata del Monte Bianco. La loro discesa in parapendio a Chamonix completa la loro impresa con un tocco di divertimento. Gli alpinisti e il regista hanno fatto la scelta etica di non utilizzare elicotteri per girare il film.

Luglio 2013. Partendo in bici dal livello del mare ligure, Nico Valsesia raggiunge la vetta del Monte Bianco in poco più di 16 ore senza mai fermarsi, stabilendo il nuovo record mondiale di massimo dislivello attivo nelle 24 ore.

Nel 1989 Rheinold Messner ha diretto una spedizione alpinistica internazionale sulla parete sud del Lhotse, 8511 metri nell'Himalaya del Nepal. Alla spedizione hanno preso parte alcuni dei migliori alpinisti del momento. Nello stesso anno, pochi mesi dopo, fu la volta di Jerzy Kukuczka e dei suoi compagni polacchi. A 8300 metri di quota, ai fatidici 200 metri dalla vetta, per un motivo sconosciuto, Kukuczka cade e perde la vita. Il 1989 è l'anno nero del serpente.