Il quarantenne Mahumt entra in crisi quando la moglie lo lascia. Suo cugino, Yusuf, si ritrova improvvisamente disoccupato dopo la chiusura della fabbrica dove lavorava. In una nevosa Istanbul, entrambi cercano la salvezza, ma le loro esistenze, così diverse (l'uno troppo nevrotico e urbano e l'altro troppo campagnolo e perditempo), cozzeranno mettendo alla luce apatie, paure, depressioni e compassioni, confusioni di queste due personalità così dissimili, ma che soffrono entrambe per lo stesso male. Socialmente claustrofobico, girato in economia, lento, ma accuratissimo nei dettagli che delineano perfettamente i due caratteri così opposti, questo film intimo e intenso si è aggiudicato, a Cannes, il France Culture Award per il miglior cineasta straniero dell'anno e il Gran Premio della Giuria. Ottimi gli attori protagonisti che, meritatamente, hanno vinto invece la Palma d'Oro per la migliore interpretazione.

Bruno Davert è un manager del settore della carta di mezza età che ha perso il lavoro a causa di una ristrutturazione e delocalizzazione della sua azienda. Convinto di trovare immediatamente un altro lavoro all'altezza del suo curriculum, dopo oltre due anni di ricerche si ritrova ancora disoccupato. Decide così di mettere in atto un piano destinato a restituirgli il lavoro presso la principale azienda del settore, la Arcadia. Il piano consiste nell'eliminazione fisica di tutti i suoi principali concorrenti, altri manager che come lui hanno perso il posto e vivono di espedienti partecipando ad umilianti colloqui di lavoro.

Il nuovo mercato del lavoro dal punto di vista di Marta: ragazza neolaureata, colta e taciturna. Dopo tanti colloqui trova lavoro in un call-center di un'azienda che vende un elettrodomestici e si avventura in un mondo fatto di giovani telefoniste e venditori invasati, danze motivazionali, jingle aziendali, premiazioni, applausi e pentitenze concordate.