Un bambino che vive in un villaggio iraniano cerca di raggiungere un compagno che abita in un altro paesino. Deve consegnargli il quaderno che per errore è rimasto nella sua cartella. Se non potrà fare i compiti, il compagno verrà punito. Kiarostami racconta con tempi sospesi la microdissea del suo protagonista. Sembrano non esserci speranze per l'infanzia iraniana, se non quelle che sorgono dalla forza e dalla generosità interiore. Opera prima della trilogia dedicata alla difficoltà di essere giovani.

Franco e Loris, l'inserviente licenziato di un allevamento bovino e un piccolo allevatore sull'orlo del fallimento, sono in viaggio dal Nord Italia all'Ungheria, in camion, in treno, a piedi. Li accompagna Corinto, il numero cinque al mondo, campione della riproduzione artificiale, che i due hanno rubato all'allevamento e vogliono vendere. E il suo ritmo imponente e inerme è anche quello su cui si calibra il ritmo del film: scorrevole e senza fretta, con lunghe pause "ruminanti" durante le quali Franco e Loris sfiorano la tristezza della guerra, la desolazione di profughi, l'arroganza di quelli che fanno affari nella terra di nessuno dell'ex socialismo. Un passo giusto per Mazzacurati, amaro, bellissimo negli esterni, complice negli interni notturni.

France, operaia, vive con le sue tre figlie a Dunkerque. La fabbrica dove lavorava è stata chiusa, lasciando France e tutti i suoi colleghi senza lavoro. Decide di andare a Parigi per cercare lavoro. Lì trova lavoro come donna delle pulizie a casa di un uomo ricco, Steve, il cui mondo è radicalmente diverso dal suo. Mentre le loro strade continuano a incrociarsi, scopre che il suo datore di lavoro ha avuto un ruolo nella chiusura della fabbrica a Dunkerque...