Parete Nord delle Grandes Jorasses, Grand Capucin, Pilastro Rosso del Brouillard. Ecco alcune delle imprese di Walter Bonatti, uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi. Un uomo che per forza e resistenza, tecnica e intelligenza ha caratterizzato il grande alpinismo del secolo scorso. La Via Bonatti è la ripetizione concatenata in stile alpino, delle grandi vie aperte da Bonatti sul gruppo del Monte Bianco. Due alpinisti francesi di alto livello, Christophe Dumarest e Yann Borgnet effettuano queste ascensioni, sogno di ogni alpinista. Raggiungono alla fine la vetta del Monte Bianco per scendere fino a Chamonix con il parapendio chiudendo in bellezza, con un tocco personale, il loro fantastico periplo.

Essere il primo a scalare il famoso versante nord dell'Eiger è il sogno di molti alpinisti di tutta Europa nell'estate del 1936. Neanche i due alpinisti più grandi della Germania, Toni Kurz e Andi Hinterstoisser, riescono a pensare ad altro. Sono convinti che possono farcela, anche se i tentativi precedenti sono finiti in tragedia. Ad attendere coloro che arriveranno per primi in cima inoltre non c'è solo il prestigio sociale, ma anche l'oro olimpico... Mentre si preparano ai piedi del versante nord, Toni e Andi s'imbattono inaspettatamente in Luise, una vecchia fiamma di Toni. Ora è una giornalista ed è venuta con il suo collega Arau, un sostenitore del regime, per un servizio sulla prima scalata. Toni ama ancora Luise, ma lei sembra essersi invaghita dell'affascinante Arau così lui parte sconsolato per la scalata con Andi, con alle calcagna i due austriaci Willy Angerer ed Edi Rainer. All'inizio va tutto per il meglio ed entrambe le cordate fanno un'ottima scalata ma...

L'avventura di sei ragazzi tibetani ciechi che progettano di raggiungere la vetta del Lhakpa-Ri (7.045m), una montagna all'ombra dell'Everest, guidati dall'esperto Erik Weihenmayer, unico scalatore non vedente ad aver conquistato le sette cime più alte del mondo.

Jerzy Kukuczka è stato uno dei più eccezionali scalatori dell'Himalaya e il secondo a conquistare tutti i 14 ottomila. Una leggenda nella storia dell'alpinismo che ha perso la vita proprio sul Lhotse il 24 ottobre 1989. Cosa lo rende così eccezionale? Quale è stato il suo contributo alla storia dell'alpinismo? Cosa pensano di lui la sua famiglia e coloro che arrampicano sfidando le stesse cime? Quali sono le ragioni che lo portano a scalare le vette più alte? E può lui essere paragonato agli scalatori di oggi? Un'indagine sulle montagne: sono il regno dell’avventura o uno dei settori del commercio?

E' Walter Bonatti, una leggenda dell’alpinismo italiano e mondiale, il protagonista della puntata di Sfide su Rai Tre. Un uomo che con forza e determinazione ha vinto tante sfide durante la sua carriera diventando un modello da seguire per generazioni di alpinisti e sognatori. Attraverso interviste esclusive alle persone che l’hanno conosciuto più da vicino come la compagna Rossana Podestà, il giornalista Michele Serra, l’alpinista Reinhold Messner e gli scalatori che con lui hanno condiviso la passione per la montagna, ripercorriamo le imprese più eclatanti di un uomo che amava sfidare l’impossibile spinto dal continuo bisogno di mettersi alla prova e di migliorarsi.

Inedito Film realizzato dalla Gazzetta dello Sport e suddiviso in 6 puntate. MILANO, 2 gennaio 2009 - Riccardo Cassin è stato il più grande alpinista dagli Anni '30 ai '50, poi eccezionale capo spedizione fino addirittura ai '70. Un mito che oggi compie 100 anni, festeggiato nella sua casa di Lecco. Dove sono voluti andare a rendergli omaggio insieme coloro che sono stati i suoi successori al vertice del mondo delle grandi scalate: Walter Bonatti e Reinhold Messner. Campioni proprio di quell'alpinismo classico di cui Riccardo Cassin è stato grandissimo interprete. Li abbiamo seguiti nella giornata che hanno voluto passare insieme a colui che hanno definito "un vero padre. E di quelli generosi". Riccardo ci lascerà il 6 agosto 2009 dopo una vita alpinistica senza eguali.

Il 1 marzo 2004, Patrick Berhault e Philippe Magnin partono da Saint Christophe en Oisans con l’intenzione di scalare, una dopo l’altra tutte le 82 cime al di sopra dei 4000 metri delle Alpi, dall’Oisans al Bernina passando per il Monte Bianco, il Vallese e L’oberland Bernese. Entrambi gli alpinisti sono molto conosciuti per il loro stile nell'affrontare l’arrampicata in modo puro e genuino. Questo loro nuovo progetto, ideato principalmente per spirito di cordata e per piacere d’avventura, è un’opportunità per esplorare le cime delle montagne più alte d’Europa da un’angolazione diversa, percorrendo vie sempre nuove e avvicinandosi alla montagna fino quasi a diventare un tutt'uno con essa. Questo li porta verso qualcosa di sconosciuto; dopo aver scalato e arrampicato per 2 mesi, il 28 Aprile 2004, con condizioni meteo spaventose, Berhault e Magnin stanno attrezzando la difficile e lunghissima via sul Nadelgrat per raggiungere la loro 67° cima quando ad un tratto una cornice si stacca...

Due uomini soli e davanti a loro tutte le Dolomiti. Un’avventura di quasi 2 mesi, dal 7 maggio al 25 giugno del 2007, una sfida contro il tempo, i rischi, la fatica. Un grande cerchio ideale con punto d’inizio sulle Dolomiti di Brenta che prevedeva di salire tutte le vette più significative del gruppo, non soltanto le 75 che superano i 3.000 metri. Per di più effettuando tutti i collegamenti a piedi, in bici o con gli sci. 770 chilometri percorsi, 88.600 metri di dislivello totale superato. La documentazione video segue passo passo l’avventura e propone il più inaspettato e originale omaggio alla nuova veste delle Dolomiti patrimonio dell’umanità.

Le tre cime di Lavaredo offrono la concentrazione più impressionante di pareti strapiombanti di tutto l'arco alpino. Alla fine degli anni '50 la sfida tra gli alpinisti europei per assicurarsi le prime salite sulle ultime pareti ancora vergini era viva e combattuta. Due svizzeri, Hugo Weber e Alpin Schelbert tentarono nel 1959 l'ascensione dello strapiombo sulla cima ovest dove però ambivano arrivare per primi anche alcuni dei migliori arrampicatori locali. Le cordate si confrontano nelle ascensioni grazie alla complicità di una donna.

Libertà, per Tamara Lunger, significa spingersi oltre i propri limiti, osare l’impossibile e conoscere a fondo il proprio io. L’alpinista altoatesina è stata la più giovane donna a scalare il Lhotse (8.516 metri) e la seconda italiana a toccare la vetta del K2. Tuttavia, il fallimento non le è sconosciuto, un argomento che avrebbe potuto cambiarle la vita. Markus Frings e Nora Ganthaler raccontano gli alti e bassi della vita di questa donna straordinaria, accompagnandola insieme al suo mentore Simone Moro nelle spedizioni invernali al Nanga Parbat e agli 8.596 metri del Kangchenjunga.